Il libro – Presentazione

ROCKING HORSE
I SOGNI & I GIORNI

 

STORIA DELLE CANZONI DEI ROCKING HORSE,

IL GRUPPO CHE PORTO’ AL SUCCESSO CANDY CANDY,

SAMPEI, FORZA SUGAR E TANTE ALTRE SIGLE

DEI CARTONI ANIMATI TV DEI PRIMI ANNI 80.


 

AVVISO:

IL LIBRO È PROPRIETÀ DEGLI AUTORI

È CONSENTITO IL DOWNLOAD PER USO DOMESTICO

 

PRESENTAZIONE

Il mio destino di autore di canzoni è stato determinato dall’incontro con Olimpio Petrossi, il produttore artistico di gran parte delle sigle tivù dei cartoni animati dei primi anni ottanta.

Anche questo libro che racconta la storia delle canzoni dei Rocking Horse è nato da un’idea di Olimpio. Era l’autunno del 2006 e tutti noi, autori, interpreti e produttori delle sigle dei cartoon eravamo da tempo al centro dell’interesse dei fan e di vari eventi che celebravano il successo ininterrotto delle nostre piccole opere musicali e delle serie televisive.

Una sera lasciando la Fiera di Roma dove si stava svolgendo il 6° Roomix del fumetto e dell’animazione – ero con Olimpio, con Douglas Meakin e Mike Fraser ed eravamo stati premiati e intervistati – riprendemmo a discutere della possibilità di raccontare a modo nostro e in prima persona quel mondo di canzoni, di eroi ed eroine dei cartoni animati che era rimasto nel cuore di tante migliaia di ragazze e ragazzi nonostante il tempo trascorso. Per la verità erano almeno due anni che Olimpio mi ripeteva che potevo essere la persona adatta a raccontare la storia di quelle canzoni di cui tanti volevano sapere chiedendoci come erano nate, a casa di chi, in quali circostanze, e se ricordavamo episodi, gag e particolari che avrebbero interessato i fan curiosi delle nostre vicende anche umane. Secondo lui anche se non avevo nessuna esperienza di scrittura in prosa avrei potuto scrivere quel libro.

Conoscevo molte bene i miei limiti letterari e essendomi cimentato, a parte i testi delle canzoni, soltanto in alcuni comunicati sindacali, avevo sempre lasciato cadere nel vuoto i suoi ripetuti inviti. Poi, un giorno, forse per trovare un motivo di distrazione da una dolorosa vicenda familiare, decisi di provare e iniziai con la storia di Candy Candy. Io scrivevo e mentre passavano le settimane Olimpio prese a pensare più in grande: quello che avevo appena cominciato sarebbe stato solo il primo di una collana che dopo i Rocking Horse prevedeva i Superobots, I Cavalieri del re, gli Oliver Onions, i fratelli Balestra e altri famosi interpreti delle sigle tivù. E i libri erano soltanto la punta dell’iceberg di un progetto che tra l’altro contemplava il ritorno dei Rocking Horse in sala di registrazione.

Stavo lavorando al sesto capitolo quando nel corso di una lunga conversazione telefonica Olimpio mi fece capire che si era disamorato della sua idea. I pochi a cui ne aveva parlato e che avrebbero dovuto sostenerlo economicamente avevano finito per farsi indietro.

Avrei potuto tirare un sospiro di sollievo visto che non ero più tenuto a mantenere quell’impegno non facile, invece decisi di completare la storia dei Rocking Horse semplicemente perché non mi andava di lasciare le cose a metà.

Così, dopo aver intervistato Dougie, Mike e Jimmy, registrando su nastro le loro parole che in più di un passaggio ho riportato quasi alla lettera e in corsivo, con lo stesso Olimpio ripresi il dialogo che era rimasto in sospeso dopo quella telefonata e con l’aiuto delle sue agende di lavoro ricordai momenti che sembravano essere andati persi per sempre. Olimpio continuò a darmi suggerimenti e consigli e non poco del suo tempo. Insomma, l’ex produttore artistico della RCA, volente o no, diventò il coautore dietro le quinte di quanto scrivevo.

Sono andato a cercare tra le mie carte che parlano di canzoni e ho riletto i tanti fogli in formato A4 scritti a mano o con la Olivetti 32. Ho percorso da una riga all’altra il viaggio della memoria in uno dei periodi più movimentati e forse più fertili della mia vita artistica. Mentre ritrovavo e rimettevo insieme, con le virgole e i punti e con le parole del mio vocabolario sfortunatamente povero, tutti i pezzi di una storia che con il passare del tempo era diventata tanto lontana che pareva appartenere ad un altro, avrei voluto possedere almeno un decimo della semplicità espressiva e della forza evocativa di Georges Simenon o di Alberto Moravia, due degli autori da me più letti e amati.

Nell’estate del 2008 chiusi il dodicesimo e ultimo capitolo. Stampai il tutto, compreso un certo numero di foto dei protagonisti, e feci rilegare due copie, una per me e l’altra per Olimpio. Ero riuscito nell’intento di non lasciare le cose a metà e mi ritenni soddisfatto.

A gennaio del 2015, una mattina mentre facevo colazione ripensai a quel libro riposto sulla libreria e che ogni tanto andavo a spolverare o a riaprire per rivedere le foto e rileggere uno o due capitoli. Accesi il pc, entrai nella pagina di YouTube e mi accorsi che le sigle dei cartoon, comprese le mie, continuavano a totalizzare migliaia di visualizzazioni ogni giorno testimoniando l’interesse ancora vivo dei ragazzi degli anni ottanta. Quella mattina conclusi che forse non ero stato generoso con loro, visto che continuavo a tenere per me quel centinaio di pagine o poco di più che tanti avrebbero letto volentieri anche se erano scritte in uno stile piatto e un po’ contorto.

Scartai l’ipotesi di mettermi a cercare un editore perché ero convinto che avrei perso altri mesi nell’inutile attesa di una risposta positiva. Accantonai anche l’idea dell’ebook e alla fine presi in considerazione la possibilità di un sito internet. Ma prima di tutto avrei dovuto rivedere i dodici capitoli per provare a migliorarne la forma.

Fatta la mia revisione chiesi a Claudio Maioli, che oltre a essere autore e interprete di Ken il Guerriero è anche scrittore e mio amico, di operare una ulteriore revisione del testo al fine di trovare e correggere possibili errori di battitura e di ortografia che potevano essermi sfuggiti. Claudio in verità non si è limitato a quanto gli avevo domandato ma, nei limiti del possibile, ha anche migliorato la fluidità della lettura tagliando qua e là, invertendo l’ordine di sostantivi, aggettivi e verbi, intervenendo sulla punteggiatura. Insomma ha reso tutto più presentabile.

 

Quanto state per scoprire è la cronaca sufficientemente fedele delle vicende di un gruppo che ha accompagnato l’infanzia e l’adolescenza di una generazione, regalandole inconsapevolmente con le sue canzoni un sogno e una speranza per ogni giorno, anche difficile, che avrebbe incontrato nella vita.

Con le pagine che seguono e con le altre sezioni del sito, spero di restituirvi almeno un po’ dell’affetto che avete dato ai Rocking Horse, a me e alle sigle tivù dei cartoni animati di quegli anni.

 

Lucio Macchiarella

 

P.S.: Grazie a Matteo Rizzi, a Antonio Di Gioia, a Corrado Paganelli, a Mauro Agnoli, a Fighi (Filippo), ai ragazzi di RadioAnimati, ai ragazzi che hanno organizzato le Notti delle Sigle, agli ideatori di siti internet come Vite da Peter Pan dedicati alle sigle e ai cartoon tivù. Grazie a Caterina Cantone per il Candy Candy Day del 2006.

 

Grazie a Jessica Huber – Bachrich e a Michele De Rosa che hanno realizzato questo sito con la passione dei veri fan consentendo che un sogno diventasse realtà.